Punteggiatura esistenziale…

Ho sempre pensato vi fosse un collegamento fra il modo di affrontare la vita, le questioni più difficili intendo, quelle storie che ti chiedono di scegliere e la punteggiatura: prendere una posizione, definita, chiara, unica     

      ->mettere un punto.

Ho sempre odiato i punti. Un punto unico, solo, tanto fragile quanto egocentrico.

Mi spaventa il punto. 

Preferisco i puntini di sospensione, piccoli, dolci, uniti, non urlano loro, parlano a bassa voce e non spaventano. Non eliminano. Non uccidono. Sì, i puntini di sospensione aiutano a trattenere il fiato, prima di esplodere in un immenso pianto liberatorio o in una grassa risata; sospendere e non eliminare, per sempre..

Il punto non mi appartiene… No!

Hamaika 

18 pensieri su “Punteggiatura esistenziale…

  1. Come la punteggiatura cadenza la scrittura, così le decisioni che ognuno prende nella propria vita. Non hanno sempre la stessa importanza o intensità, dipende. Ma quella forza intrinseca in buona parte puoi essere tu a darla, o magari è la vita/testo a chiederti un punto o una virgola. I puntini sospensivi sono mentali, filosofici, misteriosi. Ma il punto è dannatamente concreto e vero. Sospendere all’infinito può significare non accettare i cambiamenti e le conseguenze…
    bel post 🙂

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    1. Claudio proprio così! Ma solo il sospendere mi lascia quella tranquillità necessaria per vivere respirando a pieni polmoni. Paradossalmente il punto mi soffoca. Tuttavia non accettare i cambiamenti significa viverli ma portandosi tutto il bagaglio di ‘ieri’ sulle spalle, di conseguenza respiri comunque a fatica. Insomma un gran casotto!!!! Grazie!!!!! 🙂

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